Dal marciapiede alla tavola: come un cibo salutare si trasforma in un veleno




 
Ben trovati a tutti!
Marzo è ormai iniziato e, nonostante il brutto tempo di questi ultimi giorni, siamo già proiettati psicologicamente in primavera.
Con le belle giornate arriverà inevitabilmente la voglia di organizzarsi per scampagnate, gite fuori porta e pic nic con gli amici.
 
E cosa c'è di più pratico e salutare di un bel cestino, ad esempio, con fave fresche o fragole e tanta altra buona frutta di stagione?
 
Tra un po' i banchi dei supermercati e dei mercati agroalimentari si popoleranno di ortaggi e frutti tipici del periodo (asparagi, zucchine, porri, melanzane, peperoni, finocchi, fragole, nespole, ciliegie...) e la nostra dieta si orienterà su spuntini e pasti più leggeri e freschi.

Fin qui nulla di strano.
Ma avete fatto caso a quante rivendite ortofrutticole siano sorte nell'ultimo periodo anche lungo strade ad elevato traffico autoveicolare?
 
Non mi riferisco soltanto ai "carrettini" itineranti (e il più delle volte abusivi e pericolosi, data la mancata indicazione della provenienza-spesso estera o comunque dubbia- dei prodotti venduti), ma anche a tutti quegli esercizi fissi, che espongono in bella mostra chili e chili di frutta e verdura sui marciapiedi antistanti.

E' di un paio di anni fa la sentenza del Tribunale di Nola che condannò un fruttivendolo per aver proposto in vendita "tre cassette di verdura esposte all’aperto e, pertanto, a contatto con agenti atmosferici e gas di scarico dei veicoli in transito”. Proprio così, e il rischio di contaminazione da agenti chimici, quali smog e diossina (e aggiungo, microbiologici) è talmente alto e concreto che la stessa Cassazione lo confermò nel 2014, rifacendosi alla legge   283/1962, il cui art. 5, lett. b), e sancendo una responsabilità penale per chiunque avesse venduto, detenuto per la vendita, somministrato, o comunque distribuito per il consumo, sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione.

Nel caso di cui stiamo parlando, il "cattivo stato di conservazione " si riferiva evidentemente all'esposizione ai gas di scarico, in primo luogo(ma non solo!) e alla potenzialità di arrecare un danno alla salute dei conservatori (reato di pericolo).

Qualche mese più tardi, però, data anche l'aspra critica della Coldiretti, che riteneva che in tal modo sarebbe stata favorita la grande distribuzione a scapito dei piccoli rivenditori, la stessa Cassazione riformulò la sentenza, sancendo la non sufficienza dell' esposizione allo smog dei prodotti per la configurazione del reato, ma la necessità di specifiche analisi del rischio da parte dei Nas (analisi condotte con esito positivo hanno portato al sequestro, qualche mese fa, di tonnellate di frutta e verdura nel Napoletano e in Abruzzo).

A questo punto a voi le considerazioni in merito.
 
Per quel che mi riguarda, io non mi lascio tentare da quella frutta e verdura in bella vista sui marciapiedi e spesso offerta in cassette poggiate a terra, potenzialmente in balia di cani, gatti, topi o blatte. Oltretutto non dimentichiamo che spesso, per questi prodotti, non esiste tracciabilità certa, con conseguente possibilità di acquistare quelli trattati con concimi illegali o provenienti da coltivazioni "illegali".

 Discorso leggermente diverso per quella venduta nelle aree mercatali, che in genere (ma non sempre!!) sorgono lontane da strade trafficate, e dove i prodotti dovrebbero, in base a specifiche disposizioni amministrative, essere esposti ad una certa altezza da terra.
 
L'assioma "Una mela al giorno leva il medico di torno", purtroppo, rischia di perdere fondamento, perché alimenti salutari proprio come frutta e verdura, se consumati dopo essere stati esposti a contaminanti come i gas di scarico, diventano veri e propri veleni per il consumatore. E quel che è peggio, è che il consumatore ignora tale rischio. Ciò non significa, ovviamente, avallare quelle campagne che demonizzano indistintamente il consumo di frutta e verdura. Si traduce, invece, nel compito, non sempre facile, di seguire poche regole base, come sceglierla in base alla stagionalità, alla tracciabilità e alla modalità di conservazione e rivendita, senza lasciarci orientare soltanto dai prezzi (spesso troppo bassi) e dai colori più vividi!
 
Dobbiamo ancora una volta mettere un po' la testa nei nostri acquisti, perchè anche quando esiste una normativa a tutela della nostra salute, purtroppo l'applicazione non è sempre puntuale ed efficace.  
 
 
Cit.
 
"Lodato sii, mi Signore, per sorella nostra madre Terra, / la quale ci sostenta e alleva, / e produce diversi frutti così come coloriti fiori ed erba"
Francesco d'Assisi, Cantico delle creature,
 
 

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