Il boom dei "latti" vegetali

 
 
 
 
 
 
 
 
Buongiorno a tutti,
 
ho appena acquistato i prodotti che vedete in foto, e oggi voglio appunto fare un po' di chiarezza sui cosiddetti "latti vegetali", tanto di moda in questo periodo, ma che, colore a parte, con il latte vaccino non hanno veramente niente in comune.
 
Cominciamo col dire che si tratta di bevande a base di cereali o frutta secca, a cui vengono aggiunti altri ingredienti in misura variabile.
 
Il motivo della loro larga diffusione, tant' è che oramai è facile reperirli anche nei banchi dei supermercati, è dovuto a stati ideologici, patologici, quali intolleranza al lattosio, ipercolesterolemia, stitichezza o allergia alle proteine del latte vaccino, e alla indubbia gradevolezza di alcuni di essi.
 
Chi ha letto il mio libro "Il cervello nel carrello", saprà come la penso riguardo al latte vaccino, e cioè che, pur rispettando (ci mancherebbe altro!) sia i vegani che chi addirittura arriva a demonizzarlo, annoverandolo tra i "veleni bianchi", lo ritengo una fonte non esclusiva, ma privilegiata di calcio, fatta salva sempre la necessità di scegliere quello frutto di un trattamento di pastorizzazione che sia al contempo garantistico e poco depauperante.
 
Credo comunque che aprirsi a nuovi alimenti, soprattutto quando siamo sicuri che siano nutrizionalmente validi e scevri da ingredienti quantomeno dubbi, non sia mai sbagliato.
 
E veniamo al dunque: saranno tutti equivalenti questi "latti" vegetali? O magari un latte di soia sarà migliore di un latte di riso, di mandorla, di cocco, di avena, di nocciola, di quinoa, di miglio, kamut...?
 
Cominciamo col dire che, cereale o frutta a parte, che dovrebbero essere presenti almeno nella misura del 10-15%, una buona bevanda vegetale sicuramente non dovrebbe contenere olio di palma (e diffidate anche di quelli tra i cui ingrediente figura la generica dicitura "grassi vegetali"), ma anche sale, additivi o conservanti.
Sì invece a all'aggiunta di acqua e, in modica misura, di dolcificanti (a patto che non si tratti di aspartame) e di olio di girasole, soprattutto se spremuto a freddo.
 
Detto ciò, che differenza c'è tra le varie bevande?
 
Il latte di soia, per cominciare, è ricco di minerali (quanto al ferro, ad es., ne contiene in misura doppia rispetto al latte vaccino) e più povero di grassi, ma un po' meno digeribile.Ha un indice glicemico più basso ad esempio di una bevanda di kamut o di riso; l'indice glicemico più alto se lo aggiudica, invece, il latte di cocco, il più calorico tra tutti (circa 230 kcal ogni 100 gr!), ma anche il più ricco di fosforo e potassio.
 Il latte di soia è quello dal sapore meno gradevole, ed è questo il motivo delle tante versioni aromatizzate. La bevanda di mandorle, come quella di noci (tanto in voga in America!) al contrario, è tra le più gustose, ma anche più ricca di grassi, oltre che di vitamina E e fibre. Quanto al latte di riso, così come il latte di avena (il più simile, quanto a sapore, al latte vaccino), è quello con la maggior percentuale di zuccheri semplici e fibre, e la minore di grassi.
 
E potrei continuare parlando delle proprietà dei latti alla nocciola, alla quinoa, al miglio...., ma l'importante per chi voglia sperimentare queste bevande alternative è variare, in modo da poter godere dei diversi benefici che possono procurare, ed evitare (soprattutto nel caso della soia) quelli di provenienza non biologica.
 
E che si parli di latte vaccino o latte vegetale, ricordiamoci che avere dei parametri per valutare cosa acquistare e consumare sia sempre molto importate, perché il "rischio zero" non esiste e nessun alimento è veramente indispensabile ogni giorno! ;-) 
 
 

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