Provochiamo una "scossa" di ripresa acquistando i prodotti locali

 
 
 
 
 
Ciao amici,
 
sono trascorse appena un paio di settimane dall'ultima forte scossa di terremoto con epicentro a Norcia.
 
Già prima di allora, quel tremendo boato poco distante da lì, in quella maledetta notte che avrebbe anticipato la festa più importante della stupenda Amatrice, aveva spezzato tante vite, e portato via per sempre tanti sogni e tante aspettative per il futuro.
Il Centro Italia purtroppo ha subito un duro colpo, e le scosse, tutt'oggi, sembrano non arrestarsi.
 
Questo non è però lo spazio adatto per parlarne, o per polemizzare sul perché siano potute accadere tragedie di tale portata quando in Giappone, ad esempio, una scossa della stessa magnitudo non avrebbe  provocato né morti né panico.
 
Ho fatto questa introduzione per richiamare anche la vostra attenzione su una diretta ripercussione del terremoto sulle attività commerciali tipiche di quei centri, messe ormai in ginocchio.
 
Il nostro centro Italia vanta la produzione di specialità apprezzate in tutto il mondo, come il Prosciutto di Norcia, le lenticchie di Castelluccio, le patate rosse di Colfiorito, il tartufo, lo zafferano o il ciauscolo (salame dalla pasta morbida) di Visso.
Si è tanto parlato, a ragione, dell'inestimabile patrimonio culturale distrutto o solo parzialmente recuperato, ma non fa parte anche questo della nostra cultura??
 
Si tratta non soltanto di grossi giri di affari, ma di tanti posti di lavoro e di eccellenze e marchi dop che rischiano di scomparire. Stabilimenti di salumi dichiarati inagibili, stalle rase al suolo, bestiame abbandonato o privo di mangime, litri e litri di latte perduti.
Insomma, oltre il danno la beffa: anche chi si è miracolosamente salvato, adesso si ritrova senza più nulla, e in un contesto del genere pare assurdo credere che ci siano persone così vili e meschine da speculare sulla pelle della gente, mettendo in vendita prodotti taroccati.
 
Mi spiego meglio. Molte associazioni si sono mobilitate concretamente adottando iniziative per sostenere le vittime di questi terremoti, e non mancano le catene di solidarietà pro-Amatrice o pro-Norcia, volte a rilanciare le loro eccellenze.
 
Purtroppo è di qualche giorno fa la notizia di vere e proprie contraffazioni ai danni di prodotti tipici, quali prosciutti norcini e amatriciani: si trattava di suini allevati oltre addirittura i confini nazionali, sul cui prodotto finito venivano apposti falsi marchi di origine geografica garantita. In quel caso di specie la truffa è stata ovviamente svelata e sanzionata, ma nulla esclude che ci possano essere altri prodotti, realizzati ben lontano da Marche, Umbria o Lazio, destinati a finte campagne di solidarietà. 
 
 L'unico modo che abbiamo per difenderci, per stanare i truffatori e segnalarli a chi di dovere è indagare sulla provenienza di ogni prodotto, leggendo, come ribadisco sempre, l'etichetta, e controllando che vi sia apposto il marchio i.g.p.
E' stato stilato anche un elenco di venditori da cui acquistare salumi e prodotti, per aiutare da un lato l'economia locale del centro Italia e non incappare, dall'altro, in contraffazioni (http://www.valnerinaonline.it/notizia/NORCIA/15257/Dove_comprare_i_prodotti_di_Norcia_per_aiutare_i_terremotati.html)
 
Come ebbi modo di scrivere in un mio post di qualche tempo fa,  esistono a livello artigianale molti salumi “di prima classe”, cioè di pura carne suina salata e stagionata e priva di additivi (nitrati e nitriti), perchè prodotta come lo si è fatto per secoli utilizzando solo conservanti naturali (sale, pepe, peperoncino, spezie...). E sono proprio questi i prodotti di nicchia ai quali dobbiamo rivolgerci, per tutelare la nostra salute dai danni potenziali degli additivi, e per consentire il rilancio del made in Italy di quelle piccole realtà locali del centro Italia che difficilmente trovano sbocco nella grande distribuzione.

Se da un lato la Coldiretti ha istituito  un' Unità di crisi per fornire aiuto ed assistenza alle aziende agricole colpite dal terremoto, dall'altro noi, nel nostro piccolo, aiutiamo questi imprenditori a ricominciare, premiamo la voglia di reagire di chi già sta portando ad esempio, sui banchi di Campagna Amica, i prodotti salvati dalle macerie.
E visto che ci avviciniamo al Natale, una riflessione in più facciamola: mettiamo ora più che mai nel carrello QUEL made in Italy e per il Cenone prepariamo un vero cotechino di Norcia con lenticchie di Castelluccio, o gustiamo la "caciotta della solidarietà" di Legambiente, realizzata con il latte degli allevamenti di Amatrice, Norcia e Leonessa.
 
Facciamo a parenti e amici regali insoliti, buoni da mangiare, cesti solidali, come ad esempio questi box "Eco Natale" creati da Legambiente http://www.csvnapoli.it/econatale-2016-regali-solidali-per-aiutare-le-popolazioni-colpite-dal-terremoto/.
 
Non sarebbe male se poi si replicasse, in occasione dei mercatini natalizi che tra un po' popoleranno le piazze di tante città, organizzare altre Amatriciane & co. solidali.
 
Non permettiamo, infine, che il turismo, enogastronomico e non, abbandoni quei posti, perché la paura è normale e umana, ma lo sciame sismico non ha interessato o sta interessando tutta la zona delle Marche, del Lazio o dell'Umbria.
 
Agli occhi dei più, purtroppo, quelle tre regioni appaiono ad elevato rischio sismico ormai, e forse ancora non ci si è adoperati concretamente per fotografare correttamente la realtà.
 
L'economia di questi posti deve ripartire, e noi abbiamo la possibilità di contribuire.
 
Diamo noi stavolta delle scosse, ma delle scosse di ripresa sul lungo periodo e facciamo sì che la magnitudo sia pure alta!!
 

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