Cibus 2016: il rilancio del Made in Italy, tra innovazione e valorizzazione dei prodotti di nicchia







Ciao amici!
 
Oggi voglio parlarvi di CIBUS 2016, che proprio ieri  ha aperto i battenti a Parma.
 
Tra le importanti novità di quest'anno troviamo i temi della sicurezza e dell'educazione alimentare a scuola, a cui saranno dedicati convegni e laboratori.
Indice che qualcosa nelle coscienze si sta muovendo, che si sta avvertendo la necessità di recuperare cibi genuini, non raffinati, dal sapore antico, a dispetto di tutti quegli alimenti, fortemente pubblicizzati, elaborati fino all'ennesima potenza, ma che con abili astuzie di marketing, vengono presentati come sani , nutrienti e naturali. Nutrienti senza dubbio, o meglio dovremmo dire "calorici", con tutti i grassi raffinati che contengono!
E proprio a proposito di grassi raffinati, non poteva mancare il riferimento al tanto discusso olio di palma, in merito al quale dovrebbe a breve pronunciarsi la Comunità Europea.
 
 E così a Cibus quest'anno si parlerà dei grani antichi (vedi il cap. 1.2 de "Il cervello nel carrello"), ma anche dell'importanza del  Made in Italy, perché, ahimè, sono troppi i prodotti d'importazione che arrivano sulle nostre tavole (spesso a nostra insaputa), a danno non solo dell'economia del nostro Paese, ma anche della nostra saluta. Proprio così, basti pensare che molti di questi prodotti provengono da paesi nei quali vengono utilizzati diserbanti, addensanti o coloranti (per dirne alcuni) dichiarati illegali in Italia.
 
Ma Cibus sarà anche l'occasione per presentare novità nel settore alimentare, come il cioccolato dolcificato con le carote, la maionese senza uovo, le piadine al riso rosso fermentato, le mozzarelle senza lattosio, nonché prodotti di nicchia, come il prosciutto al sale marino senza conservanti, olii vegetali per friggere 100% bio, il sale grigio dell'Atlantico, le birre cotte fermentate e non pastorizzate.
E non mancheranno i cibi per vegani, per celiaci, e quelli per i consumatori di religione ebraica e mussulmana.
 
Insomma, un'offerta vastissima, ispirata da un unico filo conduttore: investire sulla nostra cultura alimentare, valorizzare i nostri prodotti DOP/IGP ( l'Italia è il primo Paese in Europa per prodotti agroalimentari con marchi di qualità), fare chiarezza sulle filiere, innovare ma con lo sguardo sempre rivolto alla qualità delle materie prime, e tutto per  per promuovere il Made in Italy in Italia e all'estero. 
 
Per la Campania, in particolare, sarà un'occasione di riscatto, la sede giusta per mettere a tacere le voci che la descrivono come "Campania infelix", i cui prodotti sono da denigrare indiscriminatamente. La mia regione presenterà infatti non solo mozzarella e ricotto di bufala DOP, ma tanti vini locali ed eccellenze varie, perché i consumatori sappiano che Campania non è sinonimo di Terra dei Fuochi.
 
 E allora auguriamoci che quest'evento contribuisca sempre più a convincere che la salute comincia a tavola, e che, come diceva Oscar Wilde "è il primo dovere della vita".
 

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