Il re dei lieviti: il "cremone"






Ciao a tutti.....finalmente un po' di sole!
 
Festeggiando oggi un onomastico di una personcina speciale in casa mia, quale occasione migliore per preparare un sano dolcetto?
 
Questa volta però voglio farlo utilizzando un ingrediente nuovo, anzi...nuovo per i più giovani, ma dal sapore molto antico: il cremone!
 
In questo post vi parlerò proprio di lui, e non posso non dedicarlo ad una mia cara amica, di cui non faccio il nome, ma che leggendolo sicuramente si riconoscerà!
 
Il cremone non è, come si potrebbe pensare a primo acchitto, una grossa crema.
 
Altro non è se non il "cremor tartaro", o "bitartrato di potassio" (E 336), un agente lievitante che utilizzavano le nostre nonne (fino ali anni 50 non esistevano altri agenti lievitanti), ma che oggi è quasi completamente caduto in disuso.
E questo è un vero peccato, perché, a dispetto di tutti i lieviti chimici largamente diffusi, il cremone (mi piace di più chiamarlo così!) è un lievito naturale, anzi, un sale acido ricavato dall'uva (per la precisione, dal fondo delle botti), con proprietà lievitanti. A differenza, quindi, dei comuni lieviti chimici, che vengono sintetizzati in laboratorio, viene soltanto raccolto e raffinato.
 
Oltre ad essere naturale, rende i dolci particolarmente morbidi e leggeri, i biscotti e le paste frolle eccezionalmente friabili, ed è adatto anche per coloro che sono intolleranti al lievito di birra (per la pizza, si potrà sostituire quest'ultimo con 2 cucchiaini di cremone e uno di bicarbonato ogni 500 g di farina, anche se io preferisco quella con il lievito madre!).
 
Come vi accennavo, me ne aveva parlato già questa mia amica tempo fa, perché nella sua città lo si trova facilmente in salumeria. O meglio, lei acquista precisamente "la cartella", una bustina contenente un preparato di cremone e bicarbonato sapientemente dosato (30 g di cremone e 20 di bicarbonato) e prepara degli straordinari taralli dolci napoletani! In passato in effetti lo vendevano a peso le salumerie, le farmacie e i coloniali, ma oggi, fatta eccezione per alcune località, è reperibile nei negozi bio e anche in qualche supermercato.
 
Ma sono innumerevoli gli impieghi del c.: si passa dalla preparazione di dolci e impasti vari, alla detersione di oggetti in rame (addizionato a qualche goccia di limone), acciaio inossidabile (vedi il piano cottura), allo sbiancamento di indumenti in maniera ecologica, alla pulizia dei denti (miscelato con l'aceto), alla preparazione della plastilina per bambini (si conserva anche mesi in contenitori ermeticamente chiusi).
 
Insomma, abbiamo a che fare con un altro ingrediente naturale dalla estrema duttilità e dal nome un po' retrò, ma sicuramente all'avanguardia dal punto di vista delle metodiche naturali e sane di preparazione culinarie e, come visto, anche detergenti.
 
Le nostre nonne ne sapevano tanto, mangiavano sicuramente meno di noi, ma meglio.
 
Impariamo a riscoprire quindi le loro antiche tradizioni culinarie, perché..... non è mica vero che è sempre bene lasciarsi il passato alle spalle?
 
Io, dal canto mio, ora mi accingo a preparare la mia bella crostata con farina di farro, un cucchiaino di cremone e bicarbonato (io preferisco la pasta frolla un po' lievitata), crema di nocciole e semi di chia.
 
 
 
 
 
 
 

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