Capelli: mettiamoci veramente la testa!
Buongiorno amici, iniziamo questa nuova settimana con un argomento che credo possa interessare un po' tutti: le tinture per capelli.
Se è vero che uno dei trend degli ultimi anni è non tingere i capelli, tanto che anche diverse stars di Hollywood hanno sfoggiato con orgoglio e naturalezza delle chiome argentee durante eventi ufficiali, è altresì vero che la maggior parte di noi ancora non riesce a vedersi nemmeno con quell'antipatica ricrescita...figurarsi con la testa completamente grigia o bianca!
Che poi, sarà pure trendy e comodo, ma quei colori stanno bene a pochi, e, diciamoci la verità, invecchiano in anticipo!😅 Forse tra qualche decina d'anni la penserò diversamente, ma per ora mi tengo il mio caro hennè e continuo per la mia strada.
Ora, quello delle tinture per capelli è un universo vastissimo (si stima che le molecole che le costituiscono siano circa 5.000!!), in cui è bene imparare a muoversi con destrezza per evitare brutte sorprese.
Vediamo, quindi, quanti tipi di tinture esistono e quali sarebbe bene scegliere.
MUOVERSI CON CONSAPEVOLEZZA TRA LE TINTURE PER CAPELLI
A tingere i capelli è una donna maggiorenne su tre e un uomo su dieci (dopo i 40 anni): ciò vuol dire che la domanda di tinture è veramente elevatissima, considerata anche la frequenza con cui si applicano. E se esistono in commercio quelle semipermanenti, quindi senza ammoniaca e gli shampoo coloranti, che vanno via dopo un paio di lavaggi, le tinture permanenti rimangono le più quotate e anche le più sospette.
Queste ultime, infatti, contengono ingredienti potenzialmente cancerogeni, o meglio, cancerogeni se impiegati ad alte concentrazioni e con molta frequenza.
I ricercatori di tutto il mondo si interrogano da anni sulla possibile correlazione tra tinture per capelli e malattie (soprattutto a seno e vescica), senza giungere ad una risposta univoca; l'Airc le ha, però, classificate come 2A, cioè tra i potenziali cancerogeni umani, riconoscendo un rischio elevato, però, solo per i professionisti di settore, a contatto continuativo con questi prodotti.
L'uso individuale, almeno in Europa, dove i protocolli sui componenti dei cosmetici sono più stringenti rispetto a Paesi quali gli Stati Uniti, non dovrebbe (attenzione al condizionale!) destare particolari preoccupazioni, sempre che si tratti di prodotti non di dubbia provenienza ed etichetta, si ripettino i tempi di posa e, soprattutto, non se ne faccia un uso smodato; la stessa Airc consiglia l'uso di tinture non più di sei volte l'anno, stimando comunque un aumento di rischio di ammalarsi rispetto a soggetti che non fanno uso di tinture.
Ora, chi di noi tinge i capelli ogni due mesi? Direi quasi nessuno, perchè dopo 3-4 settimane ecco rispuntare quella riga antipatica! Dunque? Dunque è bene muoversi con cautela. Vediamo come.
I componenti incriminati sono le ammine aromatiche, vale a dire i composti non colorati, diversi dai composti colorati, cioè quelli che reagiscono con l'acqua ossigenata e formano i pigmenti.
Rispetto alle tinture prodotte fino al 1980, le attuali hanno formulazioni senza dubbio migliori, ma ciò non basta a tranquillizzarci, perchè alcune ammine, tuttora ammesse nelle formulazioni anche se con limiti di concentrazione (è il caso, ad esempio, della para-fenilendiammina o PPD, del toluene e della resorcina, derivante dal benzene), sono cancerogene per gli animali (e per l'uomo?); senza contare che spesso dalla reazione tra alcuni ingredienti si produce formaldeide. E non basta scegliere le colorazioni "senza ammoniaca", perchè questa è spesso sostituita da sostanze chimiche ugualmente, se non addirittura più pericolose.
E allora, solo tinture vegetali per stare tranquilli?
Beh...nemmeno è detto che sia così! Infatti, anche alcune tinture naturali contengono ingredienti chimici per potenziare o fissare il colore, soprattutto se già preconfezionate. Per questo è fondamentale non soffermarsi al packaging, su cui campeggiano scritte come "naturale" o "vegetale" , ma leggere attentamente le etichette, aiutandosi con il biodizionario, strumento utilissimo per valutare gli ingredienti cosmetici.
Se, però, volete muovervi in maggiore sicurezza, io vi consiglio gli hennè.
PERCHÈ SCEGLIERE GLI HENNÈ
Attenzione, quindi, a scegliere anche in questo caso l'hennè giusto da rivenditori certificati (io, ormai da anni, uso questo e mi trovo benissimo: https://amzn.to/3ShXF4L-in qualità di Affiliata Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei) e non importati magari sottobanco (come accade per alcuni negozi etnici), anche perchè il suo principio attivo, sebbene naturale, ha una certa tossicità, tant'è che a livello comunitario se ne è stabilito un limite di concentrazione nei cosmetici; inoltre, il Comitato Scientifico per la Tutela dei Consumatori consiglia un tempo di posa non superiore ad un'ora.
CONSIGLI UTILI
Se applicate l'hennè sui capelli appena lavati, il risultato sarà migliore e, se volete prolungare la sua efficacia, applicatelo sempre ben caldo o aggiungete al composto un cucchiaino di sale.
Ah, indossate sempre i guanti quando lo applicate, perchè tinge da morire e, nei giorni immediatamente successivi, non usate federe per cuscini troppo chiare; se vi dovesse dar fastidio l'odore troppo intenso dell'hennè, aggiungete qualche goccia di olii essenziali.
Ovviamente, se poi, dopo l'applicazione dell'hennè, laverete i capelli con shampoo con siliconi i petrolati, annullerete i buoni propositi che vi hanno spinto ad optare per un prodotto naturale. A proposito di shampoo con siliconi! L'hennè potrebbe essere schermato da questi composti e non attecchire le prime volte, per cui abbiate cura di non utilizzarli almeno per una settimana prima della colorazione (io vi dico...non usateli proprio più!!), in modo da permettere al capelli di "depurarsi".
Preziose informazioni come sempre.Grazie Francesca
RispondiEliminaCome sempre approfondimenti concreti ed interessanti; brava e competente. Forza Francesca.
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