Buon sanguinaccio non mente



Ciao amici, ormai il periodo carnevalesco è iniziato e cosa si mangia a Carnevale?

Mi direte: "La lasagna".

 D'accordo, ma quali dolci?

"Le chiacchiere o frappe o cenci e le castagnole".

D'accordo...poi?

"Il migliaccio e la pignolata!"

Sì, ma poi?

"...mmm..."

Ve lo dico io: a Carnevale, soprattutto al sud, non può mancare sua maestà il sanguinaccio👑⛾, riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT).

Molti miei amici di Roma non avevano idea di cosa fosse fino a quando non gliel'ho fatto assaggiare e ne sono rimasti estasiati, anche se all'inizio qualche remora l'avevano, credendo fosse fatto con il sangue.

In effetti, l'etimologia della parola richiama il sangue, ma c'entra davvero qualcosa con la sua preparazione? Scopriamolo insieme.


ORIGINI ED EVOLUZIONE DEL SANGUINACCIO

Il sanguinaccio ha origini contadine e molto antiche: in passato si usava terminare la macellazione del maiale il 17 gennaio, festività di Sant' Antonio Abate (protettore di animali e contadini) e proprio in quella data si dava inizio alla preparazione del sanguinaccio, usando il sangue di maiale, considerato un ottimo ricostituente nonchè simbolo di buon auspicio, raccolto in appositi pentoloni di rame.
Quest'ultimo veniva mescolato al vino cotto e fatto cuocere a fuoco lento, con l'aggiunta di cacao, cioccolato fondente, zucchero, farina, cannella, uvetta e noci, fino ad ottenere una consistenza spalmabile.
Chi lo ha provato lo descrive in termini entusiastici, un prodotto sublime dal sapore irreplicabile.

E irreplicabile lo è davvero, considerato che dal 1992, in Italia, è stata bandita la vendita del sangue fresco per le preparazioni alimentari, al fine di scongiurare infezioni e malattie (ma in campagna si trova ancora chi lo prepara, legalmente, vietando la legge la sola commercializzazione di sangue e non anche l'uso a scopo personale, secondo la ricetta originale); ogni tanto ancora si sente di sequestri da parte della Guardia di Finanza di partite di sangue di maiale finalizzate alla vendita di contrabbando.

Dunque, che prodotto è quello attuale, se manca dell'ingrediente principale? Io lo definirei uno squisito surrogato, vellutato ma corposo, perfetto da gustare al cucchiaio o con i savoiardi o le chiacchiere; la consistenza conferita un tempo dal sangue è replicata con il latte (o il vino cotto...della serie: "buon vino fa buon...sanguinaccio"😁), l'amido di mais (o fecola di patate) e talvolta con le mele cotte. 
Personalmente, preferisco quello con il latte e la fecola di patate e, per renderlo ancora più appetitoso, una volta raffreddato, aggiungo un po' di cannella (come da ricetta classica napoletana) e delle scagliette di cioccolato fondente! 

E mi raccomando: la qualità del cioccolato è fondamentale per la buona riuscita del sanguinaccio: io mi trovo benissimo con questa, 100% massa di cacao, vale a dire, cacao puro altamente selezionato, senza aggiunta di dolcificanti e senza glutine: https://amzn.to/48RoGCc (in qualità di Affiliata Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei). 😉


QUELL'ASTUTO ESCAMOTAGE DELLA CLARISSE DI SANTA CHIARA 

Come molti sapranno, nel 1500 il Concilio di Trento vietò il consumo di carne di maiale e suoi derivati (dunque, anche il sangue) durante il periodo quaresimale; sapete come fecero i Napoletani a non infrangere il divieto, degustando comunque un prodotto "vietato"? 

Presto detto: ci pensarono le Clarisse del Convento di Santa Chiara, che abilmente pensarono di "coprire" il sangue proibito con abbondante cioccolato...del resto, le Clarisse, da sempre abili pasticciere, erano diventate delle maestre nella lavorazione di questa prelibatezza, da poco arrivata dall'America: furono proprio loro ad inventare i raffioli a cassata che conosciamo oggi, inizialmente privi della glassa al cioccolato.

Dunque, se oggi possiamo annoverare il sanguinaccio tra le grandi delizie al cioccolato della nostra tradizione, il merito è tutto di quella piccola trasgressione delle suore Clarisse di Santa Chiara.👏

CONCLUSIONI

Pronti, allora, a far assaggiare il sanguinaccio ad amici e parenti? 

In rete ci sono tante ricette facili facili anche per principianti e se è vero che ormai lo si trova in molte pasticcerie anche online, è altresì vero che i prodotti preparati in casa danno una soddisfazione in più, spesso anche al palato!

Ricordate solo di conservarlo in frigo al massimo per una settimana, ma potreste anche surgelarlo per averlo disponibile in qualsiasi periodo dell'anno.

Vi lascio con un estratto della poesia "Frevaro pietto forte" di Gianni Polverino...a presto!😊

"...'Sta festa è na vera cuccagna
quanno 'a casa te magne ‘a Lasagna,
Rre Borbone ce teneva ‘a passione
cu tutte ‘e Monzú ‘a disposizione.

’e 'sti mmamme a ’e fuculare
fanno ’e ggraffe càure càure,
fanno ‘e ttorte, chelle ‘e Migliaccio,
i’ voglio ‘e cchiàcchiere cu ‘o sanguinaccio!"





Commenti

  1. Gustosissimo articolo.Un grande grazie alle Clarisse di Santa Chiara

    RispondiElimina
  2. Un articolo veramente " "cioccolattoso" . Gusto, storia, usi e costumi legati ad una pietanza dolce e adatta a qualsiasi ricorrenza. Complimenti

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari