Non chiamateli broccoletti: il friariello non parla italiano!


Buongiorno amici,  oggi è venerdi e domani, come di consueto, andrò al mercato a fare lo spesone di verdure per la settimana. Anche voi acquistate al mercatino rionale? 

Io lo considero un valore aggiunto per ogni quartiere, specie se poi ci trovate, oltre le specialità autoctone, anche quelle delle regioni limitrofe. Io, per fortuna, nei mesi invernali, trovo i miei adorati friarielli, la verdura napoletana per eccellenza. 

Mi auguro per voi che sappiate di cosa parlo, perchè pensare che possa esserci qualcuno il cui palato ancora non è stato deliziato dal friariello mi mette un po' di tristezza, ma non è mai troppo tardi!

Esaminiamoli più da vicino, partendo dal nome così poetico!😍 


LA CARTA D'IDENTITÁ DEI FRIARIELLI

Fino a qualche anno fa, se chiedevo una "guantiera" di dolci con degli "sciù" (lo so, si scrive choux, ma a Napoli sono gli sciù!)  o un mazzo di "friarielli", mi guardavano come se stessi parlando in arabo; poi, per fortuna, vuoi perchè il napoletano prende sempre più piede, vuoi perchè alcune primizie campane hanno iniziato a farsi largo anche nei mercati di altre città, le mie richieste sono diventate comprensibili😅..o quasi!

Relativamente ai friarielli, ancora c'è chi ti rifila i friggitelli, che somigliano solo per assonanza, perchè sono i peperoncini verdi, o chi ti dice: "Sì, le cimette di rapa!" e io ribatto, puntualmente : "No, i friarielli!" Così, talvolta, si aprono dissertazioni lunghe, lunghissime, su cosa siano veramente i friarielli!

Facciamo chiarezza una volta per tutte: il friariello non parla italiano, perchè il nome non è traducibile, si tratta di un termine dialettale derivante dal verbo "frijere", che vuol dire "friggere", che poi è il metodo classico di cucinarli.

Altro punto: i friarielli campani avranno pure dei cugini che somigliano per sapore o aspetto, ma...somigliano soltanto! 
I parenti più vicini sono sì le cime di rapa, perchè in effetti parliamo di prodotti della stessa pianta, la Brassica rapa: mentre i friarielli ne rappresentano, però, le infiorescenze più giovani e tenere, quelle cioè appena fiorite, quelli chiamati comunemente "broccoletti" nel Lazio o in Toscana, invece, sono la parte più grossolana e matura, simile a quella che i cinesi chiamano Gai-lan o ai broccoli-rabe americani.

I friarielli, quindi, sono un prodotto tipico campano, dal sapore unico dolce-amaro, ma sapete quando fecero la loro comparsa sulle tavole? Tanto tanto tempo fa...


GLI ESORDI


I friarielli nacquero nel XV secolo proprio a Napoli, dove le donne di umili origini si introducevano nelle cucine di Palazzo Reale, allora sede degli Aragonesi, per racimolare avanzi e scarti, tra i quali c'erano proprio i friarielli del Vesuvio; i reali e i nobili, infatti, ritenevano degne delle loro tavole solo le rape, non anche le loro infiorescenze.

Solo più tardi li si iniziò a coltivare e le piantagioni più grandi erano quelle del Vomero, chiamato per questo " 'o colle d' 'e friariell".



Noi napoletani, nel 1500, eravamo soprannominati "mangiafoglie" per il largo consumo di verdure da parte di una grande fetta della popolazione; soltanto tre secoli più tardi divenimmo i "mangia maccheroni"...e tanto di più!

Quanto alla modalità originale di cottura, la leggenda, annotata da un monaco napoletano in "Historia della vulgata", narra di una "vasciaiola" (=abitante di un basso) del quartiere Materdei di Napoli, che, non avendo più ingredienti per condire le sue pizze fritte nella sugna (strutto) bollente (ricordate Sofia Loren nel film "L'oro di Napoli?"😍), pensò di friggervi proprio i friarielli; il successo, anche per il profumo irresistibile che inondò tutte la via, fu immediato.


Se ancora oggi chiedete a qualcuno del quartiere Materdei (ma non solo) come si friggono i friarielli, vi confermeranno l'uso dello strutto. 
Voi, però, utilizzate l'olio evo, che è meglio!

I friarielli nacquero, quindi, come cibo dei poveri, molto sottovalutato per secoli; oggi sappiamo essere invece ricchissimi di importanti proprietà. 


LE PROPRIETA' 

I friarielli sono un ortaggio ricchissimo di sali minerali (indicatissimi in caso di anemia, date le alte concentrazioni di ferro) e potenti antiossidanti; quello che forse non si conosce è l'elevato contenuto di beta-carotene, di calcio in misura superiore al latte, di vitamine A, K, B6 e C e e la loro capacità di stimolare la produzione di succhi gastrici, favorendo la digestione.

Ciò significa che si rivelano un ottimo alleato per la crescita, in caso di immunodepressione lieve, ma anche per la pelle, i capelli, le ossa (molto indicati per combattere l'osteoporosi) e la vista. 

Aggiungo, da diretta interessata, che sono anche privi di colesterolo, a patto, ovviamente di non friggerli nello strutto, come vorrebbe la ricetta originale!

A proposito di cottura! Il nome stesso, come vi ho detto, deriva dalla modalità tipica di cottura, ma, anche se qualche compaesano adesso avrà molto da ridire 😅, al vapore o stufati e poi conditi con olio, aglietto e peperoncino, non sono niente male...certo, bisogna sapersi a volte accontentare per esigenze di salute! Ma vi assicuro che se decidete di impiegarli per farcire, ad esempio, una pizza o un rustico (il casatiello "borbonico" con i friarielli è una prelibatezza unica!), quella "ripassatina" in forno li renderà ancora più gradevoli.

Solo un'ultima cosa: non bolliteli mai in acqua, perchè questo processo di cottura è responsabile, come spesso avviene per le verdure, della perdita di molti sali minerali e vitamine.

Ah, dimenticavo! Se avete un cane, meglio non farglieli nemmeno assaggiare, perchè, come le crucifere in generale, per lui sono controindicati.😉


I FRIARIELLI AMANO IL FREDDO

I friarielli sono tipici dei periodi freddi, caratterizzando il periodo tra l'autunno e l'inizio della primavera; se doveste trovarli in altri periodi, sarebbero di serra e mio consiglio è consumare sempre preferibilmente prodotti di stagione.

Io ho risolto il problema della loro assenza in estate da quando li ho trovati in barattolo, così in casa mia non mancano quasi mai. 

E' ovvio che il prodotto fresco sia tutta un'altra cosa e che i cibi in barattolo possano nascondere insidie (mi riferisco a quelli industriali, perchè per quelli artigianali bisogna fare i conti anche con il botulino), quali eccessi di sale o zucchero, esaltatori di sapidità e conservanti superflui, ma, se la scelta viene fatta con attenzione, possono rivelarsi degli ottimi alleati anche per una cenetta sfiziosa improvvisata. 

E poi, la maggior parte dei minerali e delle vitamine viene conservata, quindi, se, come me, proprio non sapete rinunciarci in nessun periodo dell'anno, fateci un pensierino. Io acquisto questi, in barattolo di vetro, così evitiamo anche il rischio di BPA di alcuni contenitori in metallo, e vi assicuro che sono proprio buoni (e non molli!)  https://amzn.to/43lo4CJ(In qualità di Affiliata Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei).


CONCLUSIONI

Vi saluto con una chicca: la maschera per viso e capelli al friariello.

Avete capito bene: proprio per le sue tante proprietà, i friarielli sono indicati per il trattamento della pelle, soprattutto matura e secca, ma anche per i capelli crespi o molto sfibrati.

Perchè non provate? Vi basterà metterli al forno, ben stesi su una teglia, a 100 °C fino a farli completamente disidratare, quindi polverizzarli ed amalgamarli con yogurt magro o olio di argan, ad esempio; potete anche bollirli, se preferite, e poi passare tutto nel mixer. 

Pare che le donne cinesi facciano largo uso di questo tipo di maschera (anche se con i broccoletti al posto dei friarielli) e la loro pelle è veramente invidiabile!





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