Tanti gusti, troppi dubbi: le sigarette elettroniche monouso



Bentrovati amici!

Oggi vorrei parlarvi di un argomento, purtroppo, molto attuale, di cui si è occupata qualche giorno fa anche la trasmissione Report: le sigarette elettroniche usa e getta.

Per chi non l'avesse vista, ne ricapitolerò brevemente qualche punto, buttando un occhio alla normativa al riguardo. 

Vediamo innanzitutto cosa sono le sigarette elettroniche usa e getta e se differiscono, quanto a composizione e rischi, da quelle ricaricabili.


I RISCHI DELLE PUFF, O SIGARETTE ELETTRONICHE USA E GETTA

Ormai quello delle sigarette elettroniche è un universo in continua evoluzione, i cui utenti, i cosiddetti "vapers", hanno la possibilità di spaziare tra design di lusso o casual, kit per più o meno esperti, filtri in cotone, che simulano quelli delle sigarette classiche, tra quelle "a tiro polmonare" e "di guancia".

Forse una delle caratteristiche che ha, però, maggiormente attratto fumatori e non fumatori è stata la vasta gamma di fragranze, talvolta non accompagnate neppure da nicotina, offerta dalle sigarette elettroniche monouso.

Vediamo innanzitutto qual è il principio comune a tutte le sigarette elettroniche.

A prescindere dai sali di nicotina, all'interno c'è un serbatoio contenente un liquido che, riscaldandosi a contatto con una resistenza alimentata da una batteria, evapora per essere inalato: dunque vapore e non fumo da combustione. Questo "aerosol", soprattutto se privo di nicotina, viene considerato talmente innocuo da indurre anche molti ragazzini (se non bambini) a fare un uso frequente e incosciente di sigarette elettroniche. 

E' proprio il liquido delle puff monouso ad essere incriminato, perchè, essendo trattato chimicamente rispetto alla nicotina delle sigarette elettroniche classiche, esporrebbe a rischi seri sia il cavo orale (dalle carie, alle infiammazioni gengivali, al mal di gola, alla perdita di denti, fino ad arrivare a lesioni precancerose) che il sistema polmonare (dalle varie patologie respiratorie fino ad arrivare all'insorgere di tumori).

La trasmissione Report ha accertato la presenza di metalli pesanti, quali piombo, cromo e nichel, che sprigionano con il surriscaldamento della batteria, in concentrazioni nettamente superiori non solo a quelle consentite nell'acqua potabile, ma anche di 30 volte a quelle rintracciate nel liquido delle sigarette elettroniche non ricaricabili. Ciò a conferma del fatto che il liquido delle puff, entrando in contatto con la batteria, viene in qualche modo alterato.

A ciò si aggiunga che le sigarette elettroniche contengono sempre, come basi neutre, glicole propilenico (per intenderci, la sostanza utilizzata per i fumogeni ai concerti o in discoteca) e glicerina, di per sè sicuri, ma capaci di produrre formaldeide proprio in caso di surriscaldamento. 

Gli stessi aromi delle varie puff  sono stati testati per un uso alimentare e ancora non sono chiari gli effetti degli stessi ad uso inalatorio; se pure si volesse effettuare una valutazione tossicologica, bisognerebbe farla  per ognuno (parliamo di alcune centinaia, in Italia, fino ad arrivare, ad alcune migliaia negli Stati Uniti!) e sarebbe un lavoro lungo e arduo.

Detto questo, nel caso in cui le puff monouso contenessero anche nicotina, i rischi si aggraverebbero ulteriormente e per la dipendenza da essa, stimata nella misura di quattro volte quella delle sigarette tradizionali (i sali di nicotina creano una maggiore dipendenza, in quanto vengono assorbiti più rapidamente e, dunque, raggiungono più velocemente il sistema nervoso centrale), e per il rischio di avvelenamento nel caso in cui si entrasse accidentalmente in contatto con il liquido svapando in posizione supina.


COSA PREVEDE LA LEGGE

La legge, purtroppo, è molto lacunosa in materia: in Italia, in osservanza della normativa comunitaria sulla produzione di liquidi da inalazione, è stato emanato il decreto legislativo 6/2016, che si limita a vietarne la vendita ai minori e a disciplinare il livello massimo di nicotina consentito, il dosaggio dei liquidi e le indicazioni da riportare sulle confezioni. Spetta poi all' Agenzia delle Dogane e dei Monopoli la valutazione della congruità di ogni nuova e-cig immessa in commercio, in modo da evitare prodotti contraffatti e illeciti. Nel 2018 la normativa è stata integrata con una norma che rimette la vendita delle sigarette elettroniche in via esclusiva a tabaccai e negozi specializzati.

Basta? Certo che no!

Una disposizione che preveda che "fatta eccezione per la nicotina, non deve contenere altri ingredienti che possano rappresentare un pericolo per la salute del consumatore", perde ogni significato alla luce della lacunosità quanto ai controlli sui liquidi e sul loro rischio potenziale se entrano a contatto con la resistenza o la batteria delle e-cig. 

E' evidente che una normativa del genere alteri la percezione del rischio dei consumatori! 

Inoltre, batterie e parti ricaricabili non rientrano tra i dispositivi previsti dalla normativa del 2018, con la conseguenza che il mercato illegale trova sempre più piede, con i rischi che ne conseguono per gli acquirenti.

E che dire della vendita ai minori? Nella vendita diretta, così come troppo spesso accade per gli alcolici, i controlli sull'età dell'acquirente vengono spesso bypassati, cosa che accade in percentuale maggiore per le vendite online o tramite distributori automatici. 

E i livelli di nicotina? La concentrazione massima prevista in Italia è di 20 mg/ml (l'equivalente di 40 sigarette tradizionali), ma online sono facilmente acquistabili puff con concetrazioni ben superiori, in disprezzo totale della normativa.

Dunque, tante, troppe le ombre che rendono più che mai urgente una stretta in materia. Del resto,  Paesi come Francia e Olanda, si sono già adoperati per limitare l'impatto delle sigarette elettroniche soprattutto sui giovani, vietando gli aromi nei liquidi per renderle meno attrattive. Se pensiamo che poi in 36 Paesi (fatta eccezione per l'Ungheria, nessuno dell'UE!!) la vendita è severamente vietata dallo Stato, viene da sè che il rischio stimato è veramente alto. Le stesse Oms, Airc e Fondazione Umberto Veronesi non hanno dubbi sui rischi potenziali, anche a lungo termine, delle e-cig monouso.

L'Università di Napoli Federico II ha recentemente condotto approfondite ricerche sull'argomento, giungendo alla conclusione che le sigarette elettroniche andrebbero trattate come dispositivi medici, quali i cerotti alla nicotina, e, in quanto tali, soggetti ad una normativa chiara e alla vendita esclusiva in farmacia.


DANNI AMBIENTALI

Le sigarette elettroniche monouso hanno un fortissimo impatto anche sull'ambiente, perchè, cosa poco nota, non vanno trattate come rifiuti indifferenziati, ma come RAEE, cioè come dispositivi elettronici, contenendo delle batterie. 

Spesso, sono addirittura i produttori a fuorviare i consumatori, definendole nei libretti informativi "rifiuti indifferenziati". 

Accade così che le puff vengano smaltite in modo scorretto, quando, al contrario, con la giusta informazione e sensibilizzazione, le si potrebbe differenziare consegnandole alle isole ecologiche o, gratuitamente, a qualsiasi rivenditore di apparecchiature elettroniche o elettriche. 

Prevedere dei raccoglitori ad hoc accanto, ad esempio, a quelli delle batterie esauste, sarebbe una soluzione senza dubbio semplice e immediata.


CONCLUSIONI

Che dire per concludere? Che si tratti di una moda o di un'abitudine, sulle sigarette elettroniche monouso, con o senza nicotina, c'è ancora tanto da chiarire e il dato preoccupante è quel milione e mezzo di consumatori, soprattutto giovanissimi, spesso inconsapevoli dei rischi a cui vanno in contro. 

Allora, in attesa di dati più certi e di una normativa più stringente, meglio sarebbe rivolgersi alle sigarette elettroniche ricaricabili? Senza dubbio sì, tant'è che vengono consigliate come modalità per smettere di fumare quelle tradizionali, sempre che siano acquistate tramite canali di vendita legali e certificati e sempre che le non le si consideri "un toccasana"...ci mancherebbe!

Meglio ancora sarebbe fare un buon proposito per questo Natale: abbandonare fumo e svapo, con un sicuro guadagno per la nostra salute e di chi ci sta vicino, le nostre tasche e l'ambiente. Sicuramente per riuscirci non abbiamo bisogno di un libro, ma di volontà e presa di coscienza, ma questi testi rappresentano davvero un validissimo incoraggiamento:  https://amzn.to/49J5Qhj e https://amzn.to/3SM5S1Z.

Tentare non nuoce certamente alla salute...allora, buona lettura!


Commenti

  1. Anche se non sono una fumatrice l articolo mi è piaciuto moltissimo.Molto interessante

    RispondiElimina
  2. Ciao! Anche io non sono una fumatrice ed entrare nel merito della questione non è stato facile, ma l'importante è essere sempre informati su ciò che ci circonda, anche se non ci tocca direttamente. A presto!

    RispondiElimina
  3. Speriamo che molti leggano questo tuo articolo molto interessante e che ne facciano tesoro

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari