CHE NE SAI TU DI UN CAMPO DI GOMMA



Ciao a tutti, oggi vi porto niente meno che sui campi di calcio.

Sì, perché ci sarà uno stravolgimento che porterà la maggior parte dei campi sportivi (di calcio, ma non solo) di tutta Europa ad un "restauro" totale entro il 2030. Niente a che fare con dimensioni, colore o forma; la modifica interesserà la composizione dell'erbetta sintetica e non ne saranno esentati nemmeno i manti, seppur ibridi (misto di erba naturale e sintetica), del nostro Campionato di calcio. 

Vediamo di cosa si tratta nello specifico e se ciò si tradurrà nella scomparsa di qualsiasi manto erboso sintetico.


I MANTI ERBOSI OGGETTO DI MODIFICA

Premessa: non tutti i manti erbosi sintetici sono uguali.

Solitamente sono ottenuti dalla lavorazione di polietilene e polipropilene, due polimeri plastici tra i più comuni e largamente utilizzati in vari settori. Dunque, fin qui, tutto in regola. Il problema si pone per quei manti in cui siano presenti granuli di gomma derivanti da pneumatici fuori uso, la cosiddetta gomma vulcanizzata da PFU. Nella maggior parte, infatti, dei campi sportivi in erbetta sintetica, gli spazi tra i fili, se non addirittura il sottostrato, sono riempiti con intasi in gomma, che ne aumentano le prestazioni: attutiscono gli urti, attenuano i traumi, favoriscono il rimbalzo e rotolamento del pallone e consentono ai fili di rialzarsi una volta calpestati, caratteristica, quest'ultima, molto apprezzata per un prato sintetico in un giardino di casa!

Ma allora, vi starete chiedendo perché ho parlato di "problema", se sembrano innegabili i vantaggi.

É presto detto: i gommini da PFU sono potenzialmente nocivi per la salute umana e l'ambiente, nonostante siano stati per tanto tempo considerati l'alternativa "green" alle gomme sintetiche, altamente inquinanti e non totalmente riciclabili.


DANNI DA PFU E NORMATIVA

Negli ultimo anni, sia a livello nazionale che comunitario, sono stati condotti vari studi specialistici al fine di valutare l'impatto degli PFU sulla salute di chi li produce e chi vi entra in contatto quotidianamente, come uno sportivo professionista.
Alla luce di tali studi, dai quali emerse un rischio altamente improbabile per la salute umana (rischio di 1/1.000.000 per una persone a contatto frequente), fu emanato il Regolamento europeo 1199/2021, che stabiliva comunque precisi limiti agli idrocarburi IPA nelle gomme (20 mg/Kg), prevedeva modifiche al processo di frantumazione degli pneumatici fuori uso e introduceva coperture "nobilitanti" di poliuretano colorato che avrebbero abbassato la soglia di tossicità delle gomme.
Negli ultimi due anni, però, si è riscontrata una degradazione in microplastiche anche dei gommini "nobilitati", con una ricaduta indiretta sulla salute umana.
Alla luce di ciò, la Commissione europea, circa un mese fa, ha emanato il Regolamento 2055/2023 sugli intasi granulari di dimensioni inferiori ai 5 mm, con cui vieta la produzione e la permanenza (quest'ultima oltre il 2030) di tutti quei manti erbosi sintetici contenenti gomma da PFU. Il rischio di dispersione ambientale degli stessi è stato giudicato alto e i sistemi di contenimento proposti da aziende impegnate nel riciclo degli PFU non adeguatamente garantistici.


UN PO' DI NUMERI

Non so a voi, ma a me ha sconvolto il dato sugli pneumatici dismessi ogni anno in Italia: ben 380.000 tonnellate.
Di questi, circa la metà è destinata alla produzione di energia e della parte rimanente, il 40 % è impiegato in manti erbosi. Ciò si traduce in un impatto fortissimo sull'economia circolare del nostro Paese (lontani già i tempi in cui si diceva "la strada degli pneumatici non finisce mai"), ma sull'ambiente? E sulla salute? Direi che le fibre sintetiche, al netto delle gomme, sono sufficienti fonti di plastica e microplastica...ma mi rendo conto dei vantaggi in termini di praticità.

La modifica prevista dal Regolamento europeo 2055/2023 interesserà il 90% dei prati campi sportivi con gomma da PFU in Europa (in Italia gli impianti interessati saranno circa 5.000), con un costo unitario medio stimato intorno ai 300.000 €. 

CONCLUSIONI

L'impatto del Regolamento ricadrà, come detto, su quegli impianti sportivi, che dovranno essere smantellati se contenenti PFU ed omologati entro il 2030. Ma mi chiedo, come verranno smaltiti? Magari, se le nostre strade diventeranno un po' meno rumorose grazie ad "asfalti gommati", sapremo come sono stati "recuperati".

Quanto ai prati domestici, come dobbiamo comportarci? Magari abbiamo proprio da poco usufruito del bonus verde o della detrazione proprio per installarne uno.

Innanzitutto, dato il loro uso non sportivo, saranno veramente pochi quelli realizzati con granulato di PFU; in ogni caso, dovendone acquistare uno, sarebbe preferibile orientarsi verso quelli realmente ecologici, senza granulato o con granulato di sughero, un po' meno diffusi e performanti, ma meno impattanti sull'ambiente e comunque ottimi se dobbiamo semplicemente sdraiarci al sole o prendere un caffè; questa potrebbe essere una valida soluzione https://amzn.to/46Yx5Cm.
Inoltre, sempre un occhio all'etichetta o alla ditta produttrice, che potrebbe contemplare l'uso di benzene, toluene o componenti volatili tossici.

Quanto ad un prato preesistente, valuterei il livello di frequentazione dello stesso (ad esempio, se trattasi di prima o seconda casa), assodato che, comunque, un rischio cancerogeno per l'uomo è veramente basso anche qualora contenesse PFU.

Tutto ciò sempre che non abbiate la pazienza ed il tempo di dedicarvi alla cura di un bel prato naturale; 
capisco il risparmio di acqua e i minimi costi e tempi di manutenzione, ma vuoi mettere l'odore dell'erba bagnata o il piacere di qualche coccinella portafortuna?🐞

Commenti

  1. Sempre argomenti molto interessanti

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  2. Come sempre sei puntuale e professionale nei tuoi articoli e mi porti a conoscenza di tante cose.Grazie

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  3. Sono contenta che continui a seguirmi con interesse... grazie!

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