La terra dei cachi
Buon sabato a tutti!
E' proprio l'ora giusta per uno
spuntino!
Quale leccornia migliore,
allora, con questi primi freddi, di un energetico e saporitissimo
cachi?
Non a caso veniva definito per la sua
dolcezza ed il suo sapore inconfondibilmente intrigante "il cibo
degli dei" (in botanica è Diospyros da “Diòs”= Giove e “pyròs”=frumento).
Ma da dove arrivano i cachi? Li si
definiscono comunemente "loti del Giappone", ed in realtà provengono
dall'Oriente, dove rappresentano l'ingrediente principe di molti vini e sakè.
In Europa sono approdati ai primi del 900, e l'Italia vanta molte coltivazioni, sia al nord che al sud (la metà della produzione totale è affidata alla Campania).
All'inizio ho parlato di merenda energetica, e il cachi lo è sicuramente, contando circa 70 Kcal per 100 g di prodotto.
Questo il motivo per cui è molto indicato nella dieta di bambini, sportivi e in casi di stress e inappetenza.
Ma non dimentichiamo che i cachi contengono pure alte percentuali di potassio, fosforo, magnesio, calcio, sodio, vitamina C (particolarmente quelli maturi) e betacarotene. Insomma, davvero un frutto "superiore"!
Non è tutt'oro però quello
che luccica, purtroppo, perché in Italia (e non solo) sono approdati cachi di
provenienza israeliana, altamente contaminati da composti chimici vietati in
Italia o consentiti in dosi molto inferiori, tant'è che l'Agenzia Europea per
la Sicurezza Alimentare li ha menzionati trai 10 cibi importati più pericolosi!
Ovviamente questi cachi di
importazione vengono venduti ad un prezzo più basso rispetto a quelli prodotti
nelle nostre piantagioni, per cui già questo dovrebbe rappresentare un
campanello d'allarme per il consumatore. Noi comunque buttiamo sempre un occhio
alle etichette (se acquistiamo quelli preconfezionati al supermercato) o
cerchiamo di accertarci della loro provenienza magari rintracciandola sulla cassetta in
cui sono contenuti sul banco del mercato.
Cerchiamo di scegliere
sempre prodotti locali, di derivazione certa e di stagione e, se posso spezzare
una lancia in favore della mia amata Terra, quella terra considerata
troppo spesso e a prescindere "terra dei fuochi", mi sento di
consigliarvi una produzione tutta napoletana, il croccantissimo cachi
"vaniglia", ottimo anche nelle insalate o per arricchire piatti
agrodolci. Perché così come non tutta la frutta (o la verdura) campana è
piantata su terreni imbottiti di rifiuti tossici, allo stesso modo non tutti i
cachi vaniglia napoletani sono contaminati e tossici, soprattutto se destinati
alla grande distribuzione, in cui esistono protocolli precisi e molto
rigorosi sulla qualità.
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