Tempo di castagne




Ottobre è da sempre il mese della castagna e, chi vive in paesini di montagna, in questo periodo starà assaporando tutto il folklore delle varie sagre ad essa dedicate.

Sì, perché di sagre ce ne sono tante per gustarle in tutte le salse, ma se proprio non riusciamo a partecipare, almeno andiamole a comprare, perché...che autunno è senza castagne?

E ora sorge il problema: dove le compriamo? In strada dai venditori ambulanti? Al supermercato? Al banco di frutta del mercato?

La prima opzione è da scartare a priori, perché, come verificato in sede di controlli da parte di polizia e corpo forestale, per la maggior parte di quelle castagne non è possibile tracciare la provenienza, in violazione del Regolamento CE 178/02.
Proprio qualche giorno fa in provincia di Avellino, Parma e Brindisi, l'Autorità Sanitaria ha disposto la distruzione di decine di quintali di castagne vendute abusivamente, perché di dubbia provenienza o addirittura non commestibili.
 
Se si pensa che l'Italia, insieme alla Cina, figura come il maggiore esportatore di castagne in Europa, si resta basiti davanti a questi episodi. Se poi salta fuori che grandi quantità arrivano nei nostri mercati dall'Est europeo e dalla Turchia, spesso piene di antivermifughi illegali in Italia, e sono vendute dagli ambulanti come "Castagne pregiate dei Monti Cimini", "DOP di Vallerano" o "IGP di Avellino", davvero viene la pelle d'oca!!
 
E il business di queste castagne straniere è enorme, da un lato per i prezzi minori a cui vengono rivendute, abbracciando così una fetta più ampia di mercato, e dall'altro perché la produzione italiana è minacciata da un parassita (la vespa cinese) che ha fatto inevitabilmente lievitare i prezzi di quelle "sane". E' proprio di un paio di giorni fa la notizia del sequestro addirittura di un autotrasportatore insieme al suo carico di castagne, provenienti dalle campagne avellinesi!!
 
 Pare, per fortuna, che sia in corso una guerra biologica per salvare le nostre colture, e che la Toscana, ad esempio, dopo quattro anni di magra, abbia finalmente ottenuto quest'anno una produzione record (5 le eccellenze toscane: il marrone del Mugello Igp, il marrone di Caprese Michelangelo Dop, la castagna del Monte Amiata Igp, la farina di neccio della Garfagnana Dop e la farina della Lunigiana Dop).

 
 
Insomma, sempre in allerta quando acquistiamo prodotti da introdurre sulle nostre tavole; e se proprio non vogliamo concederci una bella passeggiata nei boschi per raccoglierle (ma....vuoi mettere la soddisfazione?!), acquistiamole nei grandi supermercati, in cui vigono protocolli molto rigidi relativi ai controlli, dal fruttivendolo di nostra conoscenza, o, se siete anche voi di Napoli, dal nostro rivenditore di "cuppetielli di castagne a vrole" (da vrolaro = tipica padella con fori per cuocere le castagne) certificati!
E soprattutto non lasciamoci ingannare e invogliare da prezzi troppo bassi e super offerte, perché la qualità si paga e sulla salute non si risparmia!
 
Che dire ancora? Alzi la mano chi in questo momento non vorrebbe trovarsi davanti ad un caminetto acceso a gustare delle belle caldarroste profumate, dopo essersele ripassate tra le mani per riscaldarle! ;-)






Commenti

  1. Mi hanno spiegato che se le immergi in acqua dopo averle raccolte, quelle che salgono a galla sono bacate.

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